Il mercato all’indomani della Brexit: cosa cambia per UK ed UE

Cosa è cambiato nello scenario politico internazionale dopo gli eventi decisivi del 31 gennaio? Qual è l’eredità della Gran Bretagna lasciata ai 27 Paesi rimanenti?

31 gennaio 2020, ore 11:00PM: il Big Ben segna l’inizio di una nuova epoca per la politica e l’economia mondiale. Dopo quasi quattro anni di negoziati e trattative, la Gran Bretagna raggiunge il suo obiettivo di diventare indipendente dall’unione Europea. Cinque sono state le motivazioni portate avanti dal fronte “Leavers”, non senza polemica ed opposizione: immigrazione fuori controllo, sicurezza e sovranità nazionale, contributi UE eccessivamente dispendiosi e burocrazia lenta e farraginosa. La “Grande potenza navale”, come la definisce l’attuale primo ministro Boris Johnson, ha sostanzialmente rivendicato l’autonomia politico-economica della Nazione. Questo ha ovviamente avuto delle conseguenze sui mercati mondiali di beni e valute. Con la Gran Bretagna indipendente cambiano ovviamente le regole legate all’import e all’export: sarà libera dalle regole di mercato in vigore nell’UE. Gli scenari che vedremo nelle prossime settimane possono essere sostanzialmente due: Londra avvierà dei trattati con l’UE per conservare parte dei privilegi dell’Unione oppure, ipotesi più acclarata dal Premier, avviare autonomamente trattative con le potenze economiche mondiali per trattare dazi e quote merci.

Altro dato da tenere sotto controllo sarà il valore della sterlina rispetto all’Euro: su questo punto si gioca una delle partite più importanti di tutta la Brexit. Il valore della moneta potrebbe essere l’ago della bilancia che potrebbe spingere Londra verso l’Europa o verso altri mercati, come quello statunitense ad esempio.

Altre modifiche interessanti riguarderanno la vita di tutti i giorni dei cittadini britannici, per quanto riguarda ad esempio le tariffe telefoniche, non più vincolate ai regolamenti UE. Guardando invece la scelta da un punto di vista Europeo, anche per il Vecchio Continente ci saranno delle conseguenze politiche ed economiche. Prima fra tutte, l’equilibro dei flussi migratori potrebbe modificarsi in seguito all’impossibilità di raggiungere l’isola britannica a causa delle frontiere chiuse. Anche il PIL delle Nazioni europee potrebbe subire una deflazione per la variazione della bilancia commerciale.

In conclusione, dunque, la Brexit, fenomeno già discusso e controverso sin dall’inizio, avrà sicuramente conseguenze di lungo periodo per l’UK e l’Europa che in qualche modo daranno vita a nuove sfide e nuove questioni da dibattere ed analizzare nello scenario politico internazionale.

Salvatore Mastrulllo

Salvatore Mastrulllo

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