L’UE mostra i muscoli con il Recovery Fund, ora si fa sul serio?

Una svolta europea per fronteggiare una crisi senza precedenti… 

Articolo a cura di Pier Paolo Mignone – IT & Communication Associate


La giornata del 27 maggio si apre con questo Tweet da parte del commissario europeo Paolo Gentiloni, nel preannunciare il piano ideato dalla Commissione Europea per dare una risposta unita alla crisi. Von der Leyen ha annunciato in Parlamento la proposta della Commissione sull’utilizzo del Recovery Fund, misura già presente nell’accordo raggiunto dall’Eurogruppo nello scorso 10 aprile, dove si è deciso l’utilizzo del Mes, Sure, Bei ed allo stesso tempo si è avanzata la proposta di titoli di stato emessi dall’Unione.

Il Recovery Fund sarà di una portata maggiore rispetto alla proposta franco-tedesca degli scorsi giorni: provvederà, infatti, 500 miliardi a fondo perduto e 250 miliardi sotto forma di prestiti agevolati. Si tratta, quindi, di un fondo di 750 miliardi totali finanziati tramite l’emissione di obbligazioni, sottoscritte dalla Commissione Europea, con l’obiettivo prefissato di rimborsarli tra il 2028 e il 2058. Bruxelles propone di coprire tali spese attraverso l’inclusione di nuove tasse comuni, tra cui vengono citate la plastic e web tax, con l’obiettivo di ripagare tali uscite attraverso il bilancio unico, ampliando quelli che sono i poteri finanziari dell’esecutivo.

Tale proposta indica anche una prima chiave di ripartizione del fondo. In particolare l’Italia sarebbe, tra i ventisette, il paese a ricevere l’aiuto più ingente, seguita da Spagna e Polonia, alle quali spetteranno rispettivamente: 172,7 miliardi, di cui 81,807 come aiuti e 90,938 come prestiti; 140,4 miliardi, divisi tra 77,3 di aiuti e 63,1 di prestiti; e infine circa 64 miliardi.

Per quanto riguarda il funzionamento del fondo, la Commissione prevede l’utilizzo di tali risorse in specifici settori di ogni paese, in particolare nel digitale e nell’ambiente. Secondo la proposta, ogni paese dovrà presentare un piano di spesa nazionale e sottoporlo al giudizio di Bruxelles. Nel caso in cui il piano sia in accordo con le linee guida prefissate, ci sarà il via libera all’erogazione.

Come già sottolineato prima, il Fondo per la Ripresa è, per ora, una proposta avanzata dalla Commissione Europea, che dovrà essere discussa per poi essere approvata all’unanimità. E’ pensiero comune sostenere che la deadline prefissata per il Consiglio europeo del 19 giugno non sarà sufficiente al raggiungimento di un accordo, ma saranno necessari diversi confronti anche nel mese di luglio. L’Unione ha risposto alle continue richieste di dimostrazioni di forza, ora bisogna solo attendere e assistere a come I Ventisette reagiranno a tali manifestazioni.

Pier Paolo Mignone

Pier Paolo Mignone

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