Le società benefit: andare oltre il profitto

Dal 1° gennaio 2016, nel nostro paese, sempre più imprese stanno adottando quello che è noto come il modello di “Società Benefit” (SB). Ma cos’è esattamente una SB? Come è avvenuta la sua diffusione? Cosa la differenzia da una normale Società For Profit e cosa ha spinto molte aziende ad abbandonare quest’ultima forma giuridica in favore di quella di SB?

Articolo a cura di Paolo de Angelis – Sales and Business Development Associate

 

Andiamo con ordine. Una SB è una società che si prefigura di andare oltre il concetto tradizionale di società. Infatti essa non ha come scopo unico la massimizzazione del profitto e la conseguente distribuzione dei dividendi, bensì anche l’impegno ad avere un impatto positivo nei confronti del territorio e dell’ecosistema. Non bisogna dunque accomunare tali società alle non-profit, in quanto queste ultime hanno sì anch’esse come scopo determinare un impatto positivo sulle persone e sull’ambiente, ma il lucro, ovvero la massimizzazione del profitto, non è presente nell’oggetto sociale. Nelle SB invece il lucro è parte fondante dell’oggetto sociale, ma quest’ultimo integra anche il perseguimento di uno o più finalità di beneficio comune, il tutto realizzato attraverso un business model sostenibile.

Per comprendere meglio la diffusione di tale tipo di società, bisogna tornare indietro nel tempo di dieci anni. Nell’aprile 2010, infatti, il Maryland diviene il primo stato americano, e in assoluto il primo al mondo, ad approvare la legislazione per le SB (in inglese, Benefit Corporations). Nei quattro anni successivi, al Maryland si affiancheranno altri diciassette stati americani che approveranno tale tipo di legislazione. Nel 2016, l’Italia è stato il secondo paese al mondo ad approvare questo percorso legale, seguita nel 2018 da Colombia, Ecuador e dalla provincia canadese della British Columbia. La legislazione è attualmente in corso di approvazione nelle altre provincie del Canada, in Australia, Argentina e Cile. Come si può evincere, ogni anno che passa, sempre più paesi decidono di includere questo modello societario all’interno della loro legislazione. Ed è importante sottolineare che tutti i paesi che hanno accolto le società benefit nel loro ordinamento, si sono orientati sul non concedere alle SB detrazioni di tipo economico o fiscale, dunque tali società non gravano sulle spalle dei contribuenti, ma anzi portano loro benefici grazie all’operato che svolgono. La legge impone però che le SB debbano nominare una persona del management che si occupi dello stato di avanzamento della missione, stilando un report annuale sui risultati conseguiti fino a quel momento e sugli obiettivi futuri da raggiungere. Tramite tale report gli stakeholder ricevono informazioni per valutare le modalità con cui sta venendo condotto il business model sostenibile e scegliere se condividerlo o meno, in riferimento soprattutto ai benefici che sono e che saranno apportati alla collettività e all’ambiente.

Ovviamente, oltre ai vantaggi che le SB possono apportare alla biosfera, al territorio e alle persone, numerosi sono i vantaggi che possono apportare alle persone appartenenti all’azienda stessa e a quelle ad essa più vicine.

Essere una SB porta dei vantaggi a tutti gli stakeholder dell’azienda, ai clienti, fornitori, dipendenti, azionisti e management. Infatti tale forma societaria offre una protezione legale per bilanciare gli interessi finanziari e non finanziari quando si prendono decisioni, ridefinendo così le responsabilità del management. In particolare i manager devono essere bravi a mediare riguardo il perseguimento degli interessi dei soci e quelli della collettività, perseguendo così una vera e propria missione aggiuntiva rispetto a quella del mero profitto, prendendo in considerazione non soltanto gli aspetti finanziari degli shareholders, ma anche l’impatto sul territorio delle loro attività.

Inoltre è data la garanzia agli investitori, e ai futuri talenti impiegati all’interno dell’azienda, che lo scopo sociale non venga accantonato, ma che anzi venga perseguito con la stessa intensità anche in futuro (nonostante all’interno dell’azienda possano susseguirsi aumenti di capitale e/o cambi di leadership). Tutto ciò non fa altro che rendere la società benefit molto più attraente rispetto ad una normale società for profit. La missione sociale rende poi l’azienda più attrattiva agli occhi dei consumatori attenti alla sostenibilità e interessati, anche indirettamente, a far del bene alla collettività. Ciò si traduce ovviamente in un forte ritorno d’immagine da non sottovalutare.

In definitiva, in un mercato come quello attuale, che strizza sempre di più l’occhio a coloro che sanno combinare la profittabilità con l’eco-sostenibilità, non possiamo far altro che pensare che una tipologia di società quale la società benefit sia destinata a divenire di largo utilizzo in futuro, data la sua peculiare caratteristica di creare un valore condiviso, ovvero perseguire congiuntamente, all’interno dell’oggetto sociale, la massimizzazione del profitto e la volontà di apportare benefici alla comunità e all’ambiente.

 

Paolo De Angelis

Paolo De Angelis

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