Green Economy: l’economia del futuro

Alla scoperta della Green Economy, un’economia che genera crescita, crea lavoro e sradica la povertà investendo e salvaguardando le risorse del capitale naturale da cui dipende la sopravvivenza del nostro pianeta.

Anche in Italia si sente sempre più usare questo termine, che nella maggior parte dei casi però non si riesce a comprendere a pieno. Quando si parla di Green economy, ci riferiamo ad un tipo di economia che prende in esame non solo la produzione, ma anche l’impatto che essa avrà sull’ambiente, in modo da non pesare in maniera eccessiva sul nostro pianeta. L’intento è, attraverso interventi del privato e finanziamenti pubblici, di diminuire le emissioni di CO2, conservare l’ecosistema e non danneggiare la biodiversità.

La Green economy cerca quindi di innescare un meccanismo virtuoso, che permetta di gestire al meglio le risorse, ottimizzando quanto più possibile la produzione e portando ad una crescita del PIL. In questo quadro l’ambiente viene infatti visto come un fattore di crescita economica per l’uomo, dal momento che l’impoverimento delle risorse e il consumo eccessivo delle materie prime comporta anche un aumento di prezzo delle stesse e quindi un danno dal punto di vista dell’economia.

l problema principale della Green economy è che però richiede una trasformazione profonda della società, che spesso però la comunità non è in grado ancora di mettere in atto. In primo luogo deve avvenire una presa di coscienza da parte delle aziende che devono farsi carico di quella che in inglese viene definita “corporate social responsibility” ovvero responsabilità sociale d’impresa, che prevede l’impegno da parte dell’azienda nell’azione di strumenti e tecnologie che mirino a impattare il meno possibile sull’ambiente.

Negli USA ad esempio sono stati creati degli enti che aiutano le aziende nella crescita economica sostenibile. Il Sustainability Accounting Standards Board(SASB) è proprio un organo di questo tipo, nato nel 2011 e indipendente, favorisce la divulgazione di informazioni sulla sostenibilità delle aziende a favore degli investitori. Gli studi dimostrano che le aziende che operano in modo sostenibile hanno rendimenti migliori sul mercato azionario. In particolare i ricercatori di Harvard, usando il modello di SASB, hanno scoperto che le aziende con un’ottima valutazione sulle questioni ambientali hanno un utile migliore di quelle con stime inferiori. I risultati sono confermati dal rapporto del Boston Consulting Group, secondo cui gli “investitori premiano le performance migliori sui temi ambientali con valutazioni tra il 3% e il 19% maggiori delle performance medie”.

La green economy è una via che più di 432mila imprese italiane hanno deciso di intraprendere, un’indagine svolta su 1000 imprese manifatturiere italiane mostra che le aziende eco-investitrici innovano di più (73% contro 46%), investono maggiormente in risorse e servizi (33% contro 12%) e utilizzano o hanno in programma di utilizzare in misura maggiore tecnologie 4.0 (25% contro 14%) e privilegiano skills 4.0(22% contro 11%).

Tornando alle oltre 432mila “imprese verdi” italiane, emerge chiaramente che le imprese eco-investitrici orientate al 4.0 nel 2020 hanno visto un incremento di fatturato nel 20% dei casi, quota più elevata del 16% del totale delle imprese green e più che doppia rispetto al 9% delle imprese non green. Il risultato si nota anche a livello occupazionale: l’occupazione green nel 2018 è cresciuta rispetto al 2017 di oltre 100 mila unità.

Non è un caso dunque se l’Italia è il campione europeo nell’economia circolare e nell’efficienza dell’uso delle risorse. Come rileva Eurostat è il Paese europeo con la più alta percentuale di riciclo sulla totalità dei rifiuti: 79%, il doppio rispetto alla media europea (solo il 39%) e ben superiore rispetto a tutti gli altri grandi Paesi europei (la Francia è al 56%, il Regno Unito al 50%, la Germania al 43%).

Per questo occorre puntare sulla sostenibilità, lo sostiene lo stesso Consiglio europeo che ha accolto con favore lo scorso aprile la “Tabella di marcia per la ripresa. Verso un’Europa più resiliente, sostenibile ed equa” e ha sostenuto che l’Unione europea ha bisogno di uno sforzo di investimento per sostenere la ripresa e modernizzare l’economia. Le risorse messe a disposizione sono significative. Ai 1100 miliardi di euro previsti dal quadro finanziario pluriennale rinforzato per il periodo 2021-2027 si aggiungono i 750 miliardi di euro stanziati per Next Generation EU e i 540 miliardi del pacchetto di misure eccezionali approvate dal Consiglio europeo.

Una parte importante di questa quota sarà destinata all’Italia che dovrà a sua volta investire in modo oculato. Per questo occorre pensare a un piano che punti su politiche green e attente alla transizione energetica e all’economia circolare.

Matteo Porro

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